Stop al superbonus

Da Gennaio stop alla possibilità di utilizzare la super-detrazione con il meccanismo della cessione del credito o dello sconto in fattura. Attualmente non è prevista una forma di proroga per consentire ai condomini di ultimare i lavori con la detrazione al 110%.
Insomma il Governo ha deciso di tagliare di netto con il vecchio sistema di fruizione del credito.

Settembre da record per il superbonus

Poco più di 4.400 nuovi cantieri. E oltre tre miliardi di euro di nuovi investimenti nei condomini.
Il consueto report Enea sull’andamento del superbonus, relativo al mese di settembre, fotografa uno sconto fiscale ancora in piena salute, almeno per la parte condominiale. Su questo tipo di immobili, infatti, si registra il dato mensile di investimenti in assoluto più elevato da quando la misura è stata attivata. Sono in totale 3 miliardi e 65 milioni di nuovi interventi, per 2,6 miliardi di opere realizzate. Per dare un riferimento, nel 2022 (anno nel quale il superbonus ha raggiunto il suo picco) la media mensile di investimenti sui condomini è stata di poco inferiore agli 1,8 miliardi.

Se per i condomini c’è un mercato ancora in ebollizione, per unifamiliari e unità indipendenti la situazione è decisamente più tranquilla. Per queste due tipologie di immobili a settembre ci sono stati appena 100 milioni di investimenti. Il motivo è che le strade per ottenere l’agevolazione entro la fine del 2023 su queste unità sono ormai strettissime: una riguarda i soggetti che rispettano alcuni requisiti piuttosto stringenti, tra i quali un reddito (calcolato in base al quoziente familiare) inferiore ai 15mila euro, e l’altra riguarda i soggetti che, al 30 settembre del 2022, avevano raggiunto un avanzamento delle opere pari almeno al 30 per cento. In assenza di nuovi lavori, allora, su questi immobili si completano quelli avviati nei mesi scorsi: l’avanzamento delle opere realizzate è, in entrambi i casi, ormai superiore al 90 per cento.

Guardando ai numeri generali, il totale degli investimenti ammessi a detrazione dall’avvio della misura raggiunge gli 88,2 miliardi di euro: complessivamente sono stati aperti cantieri su 430.661 edifici. Circa 1,3 miliardi di investimenti sono stati realizzati ma non ammessi a detrazione, perché hanno superato i massimali imposti dalla legge. I lavori conclusi hanno raggiunto quota 72,5 miliardi e le detrazioni maturate quota 79,3 miliardi: sono questi gli oneri che restano a carico dello Stato.

Le Regioni verso un meccanismo di acquisizione dei crediti incagliati

Dopo Basilicata e Lazio anche il Piemonte fa un passo avanti verso una nuova legge per favorire l’acquisizione dei crediti incagliati da parte delle partecipate regionali. La legge prevede che le aziende partecipate regionali acquisiscano i crediti ancora nel cassetto fiscale delle imprese a condizione che siano imprese piemontesi. Un meccanismo equivalente è stato approvato con due differenti leggi in Basilicate e nel Lazio.
Attualmente la legge è in fase di approvazione da parte del governo regionale.

Bonus casa, stop a 2 miliardi di crediti

L’agenzia delle entrate ha bloccato 58 mila comunicazioni di accesso ai crediti di imposta nel 2022, di questi il 22% circa è stato poi bloccato a causa di frodi per un importo pari a 2 miliardi di euro. E’ quanto emerso dall’allegato alla Nadef sull’economia non osservata e sull’evasione.

I crediti bloccati fanno riferimento tutti a bonus facciate ed ecobonus i quali godevano di un meccanismo di fruizione del credito semplificato rispetto a quello del superbonus.

Ai 2 miliardi domande bloccate dall’agenzia delle entrate, si sommano i 7,4 miliardi di crediti sequestrati dalla GdF, nel corso del 2022, durante le operazioni investigative sulla fruizione di crediti d’imposta per operazioni inesistenti.

Intanto Poste Italiane riapre all’acquisto di crediti di svariati bonus casa fino a 50 mila euro confermando i prezzi dello scorso Novembre, mese in cui era stato posto lo stop all’acquisto, clicca qui  per sapere come fare.

Superbonus, debutta la possibilità di annullare le scelte effettuate in merito ai crediti acquisiti

Compensazione o ulteriore cessione

Una volta acquisito il credito, tramite cessione o «sconto in fattura», i cessionari e i fornitori devono preventivamente confermare l’opzione effettuata nella «Piattaforma cessione crediti».

Dal 5 Ottobre sarà possibile annullare la scelta precedentemente effettuata.

Inoltre, per i crediti acquisiti dal 1° maggio 2022, devono comunicare, in qualsiasi momento (anche il giorno stesso dell’utilizzo del credito), la «scelta irrevocabile di fruizione in compensazione, con riferimento a ciascuna rata annuale». Naturalmente, vanno rispettati i termini di utilizzo di ciascuna rata annuale, cioè dal 1° gennaio al 31 dicembre dell’anno di riferimento della rata stessa.

Anche se il punto 6.4 del provvedimento 3 febbraio 2022, n. 35873, parla ancora di «scelta irrevocabile di fruizione in compensazione, con riferimento a ciascuna rata annuale», dal 5 ottobre 2023, i cessionari e i fornitori dei crediti di imposta a cui è attribuito un codice identificativo univoco, che «hanno optato per la fruizione in compensazione» degli stessi, potranno chiedere l’annullamento di tale opzione per l’intero importo di una o più rate, tramite la «Piattaforma cessione crediti».

L’annullamento andrà effettuato direttamente e non tramite intermediario attraverso l’apposita funzionalità che sarà disponibile dal 5 ottobre 2023.

L’accoglimento della richiesta di annullamento comporterà, naturalmente, la riduzione del credito fruibile in compensazione e la conseguente riattivazione della facoltà di cessione. La richiesta sarà respinta limitatamente alle rate per le quali non risulti disponibile un credito fruibile sufficiente per lo stesso codice tributo e anno di riferimento.

Anche nel 2023 impatto negativo del Superbonus sui conti pubblici

Il NADEF ha stimato la spesa per il Superbonus nel 2023 intorno ai 33 miliardi stanziati ed una quota imprevista di 22,5 miliardi, pari al’1,1% del Pil. Questa cifra avrebbe potuto portare il deficit dal 4.5% al 5.6%, tuttavia si è attestato al 5.2% in quanto un tesoretto di 5 miliardi pari allo 0,5% del Pil ed ottenuto grazie al ”risparmio” generato dagli aiuti sulle bollette, la spesa per gli aiuti, infatti,  è stata inferiore di 5 miliardi circa rispetto al previsto”, ha fatto si che il deficit si riducesse.

POLITICA GREEN – ZERO EMISSIONI

OBIETTIVO “ZERO EMISSIONI-POLIMEDITERRANEA S.R.L.”

La Polimediterranea S.R.L., azienda leader nel settore della produzione dell’EPS, è una società nata dall’incontro di varie realtà industriali storiche italiane. La passione, il duro lavoro, la costanza e la voglia continua di migliorare i vari processi produttivi hanno portato il boarding ad intraprendere una politica green.

Per l’anno 2023, il CDA della Polimediterranea S.R.L. ha deliberato un investimento relativo all’installazione di un impianto fotovoltaico da 200 KWP da realizzare entro e non oltre il terzo trimestre. La realizzazione dell’impianto è frutto di una politica di sostenibilità ambientale che la nostra Società ha iniziato ad intraprendere per raggiungere l’obiettivo, nel medio periodo, di azzerare le emissioni di Co2 nell’ambiente, al fine di contrastare il riscaldamento globale. Infatti, considerando i consumi dell’anno 2022, pari a 686.189,83 KWH, grazie all’installazione del fotovoltaico, in dodici mesi, gli stessi si ridurrebbero a 407.332,94 KWH.

Tale investimento non solo permetterà alla nostra Società di essere più performante dal punto di vista ambientale ma, altresi, ci consentirà di ridurre drasticamente relativi costi, così da poter intraprendere un cammino verso la tanto auspicata autosufficienza energetica.

CEO Ferdinando Muto